Album: Leftism
Anno: 1995
Ho conosciuto (non di persona) i Leftfield con una canzone molto radiofonica, che paragonata ad altri loro lavori è quasi pop: Open Up.
No, non scherziamo. Fosse tutto così il pop. Ma l'espressione mi serviva per dare l'idea di che mondo mi abbia aperto una simile scoperta.
I Leftfield sono un peso massimo dell'elettronica inglese, non dietro nomi arcinoti come Prodigy o Chemical Brothers. Ma l'assenza di bombe da classifica nella loro carriera e il fatto che si siano sciolti da un pezzo li ha fatti perdere un po' più per strada rispetto ad altri colleghi d'albione, nell'immaginario collettivo perlomeno.
Ma si sono resi protagonisti di lavori geniali e sofisticati, che se siete appassionati di elettronica non possono mancare alla vostra collezione. Anzi, siamo seri: se siete appassionati di elettronica li conoscerete già da diverso tempo.
Generalmente i Leftfield hanno sempre avuto un debole per la musica reggae e quella afro, e con Afro-Left si apprestano a continuare il filone. Classe 1995, beat accattivante e atmosfera del continente nero, si è cercato di capire per anni (senza l'ausilio di internet) di che lingua si trattasse, senza successo. Per forza: si tratta semplicemente di gibberish, di grammelot, di parole che potrebbero sembrare africane. Il metodo che usava Celentano in Prisencolinensinainciusol, per intenderci.
Piccola curiosità personale: l'ho sentita mettere anche il mese scorso in una serata anni 90 ad Amsterdam. Andate ad una serata anni 90 in Italia e ditemi se ce la vedreste bene, magari mixata con La Danza Delle Streghe (che peraltro è uscita nel 2003).
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