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21 canzoni degli anni 2000 che puoi aver dimenticato

Cosa significhi "musica anni 80" o "musica anni 90" lo sappiamo fin troppo bene.
Tutte quelle compilation, e quelle serate dedicate, e quella nostalgia generale.

Ma quanto poco si parla della musica anni 2000 invece? Quando mai abbiamo percepito questa decade come un tutt'uno?
Ma poi il nome mio dio, come suona male. Anni 2000. Qualcuno nemmeno capisce che si allude al periodo che va dal 2000 al 2009, pensa che si stia parlando del terzo millennio in toto. E se dici "gli anni zero" è pure peggio.
All'inizio credevo che fosse un fattore di recentismo. La nostalgia per quegli anni non appare subito dopo che si sono conclusi, ovviamente. Ma ora è passato un po' di tempo, e tra l'altro ho avuto modo di sentire che ad esempio gli anni 90 venivano chiamati così anche durante il decennio stesso. Naaah, non ci sono più scuse.

Certo, è stata una decade molto frammentata. Un ponte tra passato e presente. L'inizio decennio pare così lontano e la fine così vicina. È il decennio che ha visto finire Festivalbar e Un Disco Per L'Estate. E che ha visto passare a miglior vita George Harrison, Barry White, Ray Charles, James Brown e Michael Jackson.
È iniziato con i CD e finito con il formato MP3. Ha visto cambiare radicalmente telefoni e computer. Ha attraversato un cambio di moneta e una grande crisi economica.

Beh, sto divagando.
Degli anni 2000 ricordiamo un sacco di canzoni. Ci sono quelle delle popstar intramontabili come Rihanna, Britney Spears e Beyoncé. Quelle dei gruppi pop-rock super idolatrati che hanno lasciato il segno, come non citare Linkin Park, Blink 182 o Green Day. E anche quelle delle realtà elettroniche tuttora assai rispettate come Moby, Chemical Brothers o Planet Funk.
Poi abbiamo i dischi rispolverati di recente perché appartenenti a generi che vanno di gran moda. Chiamo in causa Gasolina, o Obsesiòn. Ma anche L'Amour Toujours. E infine i pezzi troppo, troppo trash per poter essere dimenticati, vero Dragostea Din Tei?
Le canzoni italiane, per un fattore di lingua, sono più facilmente ricordate nel corso degli anni. In generale.

In tutto ciò le "vittime" stanno nel mezzo: chi ci pensa a tutte quelle canzoni che all'epoca hanno avuto successo ma che, per un motivo o per l'altro, non hanno mantenuto così tanto hype negli anni successivi?
In inglese le ho sentite chiamare "forgotten hits", hit dimenticate. E ora che anche le forgotten hit più nuove del decennio stanno per compiere 10 anni, ci sta recuperarle.
Alcune sono davvero belle e degne di nota, altre magari legate solo ad un fattore nostalgico. Proveremo ad esplorarne alcune, che hanno pagato il pegno di essere "famose ma non famosissime".
Durante la lettura infarcirò le descrizioni delle canzoni con momenti tipici del decennio in qualche modo associati, provando a crearvi qualche flashback in testa. Buona lettura.

The Ark - It Takes A Fool To Remain Sane (2000)

Oggi è abbastanza normale: un artista partecipa all'Eurovision e poi, solo successivamente, riesce ad ottenere successo in Europa.
Qualche volta succede il contrario. Prima ti fai conoscere, e poi i tuoi connazionali si fidano di te per rappresentarli al festival più importante del continente.
La partecipazione degli Ark all'Eurovision 2007 non ha lasciato tutte queste tracce. Perlomeno non fuori dal loro paese, la Svezia.
It Takes A Fool To Remain Sane invece la ricordiamo tutti. Una piacevole eccezione soft rock in quella piovosa estate del 2001 altrimenti dominata da un insistente ed incessante monopolio di musica dance e canzoni latine (lo definisco così a mio rischio e pericolo, visto il decennio che tratto in questo articolo. Piaciuta la rima?).

Lumidee - Never Leave You (2003)

Quel "oh-oh" ce lo siamo portati dietro per mesi, santo dio. Fortuna che poi me ne sono liberatoh-oh.
Nello stesso anno in cui debuttavano i Black Eyed Peas, Beyoncé e Fatman Scoop (si ballava poco, caspita) la newyorchese Lumidee apparve dal nulla neanche ventenne con questa canzone, sotto etichetta indipendente. Il successo fu mondiale, ma ahimè non si è mai più ripetutoh-oh.
Anzi, qualche anno dopo la ragazza si buttò sul reggaeton, quando in Italia era ancora un genere in fase "ma cos'è questa roba da [insulto discriminatorio]"?
Vedi le mode cosa sono in gradoh-oh di fare.

The Rasmus - In The Shadows (2003)

Quando ci arriva qualcosa di musicale dalla Finlandia tutti ci aspettiamo una canzone gothic metal, un pezzo trance dal sapore nordico o perché no, Bomfunk MC, quello di "F-F-F-Freestyler", che replica il suo primo successo (sì, è di quelle parti anche lui).
Ma in ogni caso quando mai vai a pensare ad un pezzo rock allegro ed orecchiabile?
Eppure nell'anno didattico 2003 - 2004 l'Italia fu investita da queste schitarrate che trasudano atmosfera spot pubblicitario da ogni nota. Se sei abituato al pop mediterraneo magari la ascolti scettico, ma poi inizi a saltare e urlare come un forsennato, e allora è da lì che non funziona più niente.

Patrice - Sunshine (2003)

Un dolce giro di pianoforte annuncia 5 minuti di virtuosismi vocali che sorprendono in continuazione.
Non è hip-hop, non è reggae. Patrice ha chiamato il suo genere "Sweggae", definendolo una miscela delle correnti musicali che lo hanno formato, dal rock al blues fino al rap.
L'interessante risultato, assieme alle volontà dell'artista di stare lontano dalle major, non gli hanno mai fatto avere bombe da classifica, e forse è meglio così: Sunshine ce la siamo portata dietrissimo per tutta la prima metà del 2004, senza che mai realmente stancasse come un tormentone qualsiasi.
Patrice partecipò ad eventi come Festivalbar e... qualcuno si ricorda CD Live, programma made in RAI concorrente diretto di Top Of The Pops, quando quest'ultimo approdò a Mediaset?

Just Jack - Starz In Their Eyes (2007)

Probabilmente la cosa più bella che si potesse reperire nell'etere radiofonico italiano quell'estate. Un regalo fattoci dal Regno Unito sottoforma di funky irresistibile con tocchetti di rap, genere d'origine di Just Jack.
Attraverso sapienti frasi scioglilingua, viene criticato il mondo dei VIP e delle star: l'apparenza, la paranoia, il modo in cui le tue scelte vengono pilotate dai manager.
Ironia della sorte, fu il suo più grande successo e dunque lo rese star per qualche mese.
Andò a Festivalbar nello stesso anno in cui fu introdotto il Premio Digital: gli spettatori potevano scegliere la loro canzone preferita dal web. Vinsero i Tokio Hotel.
Oh, ognuno avrà pure i suoi gusti, ma quella è stata l'ultima edizione del Festivalbar. Coincidenze?

Alesha Dixon - The Boy Does Nothing (2008)

Tutti in pista!
Una delle ultime hit pop del decennio in ordine cronologico (da noi si fece sentire nella primavera 2009) era cantata da un'inglese con la pelle olivastra ed era una figata dalle sfumature un po' mambo un po' swing, da ballare fino allo sfinimento. Nemmeno la pubblicità di una nota banca, che ne aveva italianizzato le parole, riuscì a farcela odiare.
Attualmente tutte le canzoni di quel periodo si trovano in un limbo che le fa apparire "nè vecchie nè nuove", con troppi anni sul groppone per essere attuali, ma anche troppo recenti per far parte di qualsivoglia revival.
Magari un giorno qualche dj deciderà di rispolverare questo ritornello che parla della nullafacenza domestica maschile e allora si ballerà. Cazzo se si ballerà.

Flaminio Maphia - Ragazze Acidelle (2002)

Da un estremo all'altro: qui ad essere preso di mira è il mondo femminile. Nello specifico le donzelle della Roma bene (o quelle che vorrebbero farne parte) che si atteggiano a dive, se la tirano, ti snobbano, ti guardano storto "ma stanotte hanno dormito cor culo scoperto".
La canzone è uno spaccato della società dell'epoca più di quanto vogliamo ammettere: qui si fotografa lo pseudo-divismo prima dell'arrivo dei social, si dimostra che non è stato internet a renderci antipatici, si citano Sarabanda e i Prozac+.
Tra l'altro, mi faccio qualche nemico se dico che le similitudini nel rap italiano hanno un po' stufato? Beh, con rime come "meno male che non sono tutte come te / sennò sarei fritto come un bignè" questa canzone ci cade in pieno nel cliché delle similitudini, ma ne è perfettamente consapevole.
Momento nostalgia per chi c'era: i Flaminio Maphia la cantarono a Furore l'estate successiva, peraltro l'ultimo anno che andò in onda (eventuali vostri ricordi di edizioni più recenti sono solo allucinazioni). La stessa sera, ospiti i Gemelli Diversi.

Nate James - The Message (2006)

Gli inglesi hanno un termine per ogni cosa. Per esempio chiamano "one-hit wonder" un artista o una band che ottiene grande successo con una sola canzone e poi sparisce.
Leggenda metropolitana vuole che se diventi one-hit wonder evidentemente non eri all'altezza. Punto e basta. Come se non esistessero variabili che riguardano i rapporti con le etichette discografiche, la vendibilità di un genere musicale e la sua appetibilità a livello popolare, le scelte personali di un artista di non rimanere sotto i riflettori, l'andamento delle mode e la semplice fortuna.
Fatto sta che questa The Message spopolò nella bella stagione 2006 come unica hit dell'inglese Nate James: un pezzone soul con qualche sfumatura Steviewonderiana, che provò a rendere un po' più sofisticata la colonna sonora di un'estate in cui Crazy Frog ci proponeva un remix dance di We Are The Champions e un inquietante elemento in tv tentava di rifilarci la suoneria di "Materazzi è caduto / perché ha preso una testata".

The Corrs - Summer Sunshine (2004)

My god. Ascoltare questa roba da ottobre a marzo rasenta la tortura. Ti fa venire voglia di acchiappare il primo treno per il mare e tuffartici.
E se alla cantante manca il suo uomo nel calore del sole estivo, a me nel gelo invernale manca Summer Sunshine.
Gli irlandesi Corrs sono una band formata da un fratello e tre sorelle. Ad inizio carriera fondevano musica pop con sonorità irlandesi, creando un sound coinvolgente e malinconico. Poi si sono buttati sul pop radiofonico (con conseguenti fan delusi) e hanno composto canzoni perfette da ascoltare la mattina in spiaggia con la brezza marina, quando gli unici segni di passaggio sul bagnasciuga sono quelli delle imbarcazioni di salvataggio. Ad esempio pezzi come I Never Loved You Anyway o What Can I Do nella versione prodotta dai Tin Tin Out me li sogno di notte.

Bimbo Jones - And I Try (2009)

Tra i misteri musicali del decennio c'è sicuramente il successo di And I Try in Italia. Cosa avrà mai spinto i deejay e i discografici tricolore a puntare su un disco con un sound molto internazionale, newyorchese, che rimanda ad etichette house come la Defected, in un'estate in cui i dischi più popolari in discoteca erano la fastidiosissima (e copiata) I Know You Want Me di Pitbull, Lala Song di Bob Sinclar (non proprio uno dei suoi lavori migliori) e i pezzi tutti uguali dello stile Cristian Marchi con relativi imitatori come Javi Mula?
Mi ricordo benissimo che quegli anni in discoteca noi volevamo solo il basso potente, e pezzi come And I Try rientravano nelle canzoni "che palle, ma quando parte?".
Però la trovavi su molte compilation, così come in molti dj set. E Misano Adriatico pareva Manhattan per qualche minuto.

Aqua - Bumble Bees (2000)

Consiglio a tutti di leggere su internet la storia della censura musicale in Italia. Fa capire com'era questo paese ancor più dal punto di vista sociale che musicale. E come eravamo bacchettoni: canzoni censurate perché parlavano di sesso prima del matrimonio, altre censurate perché ponevano la donna in condizioni pari all'uomo, censura per qualsiasi canzone accennasse a sesso, prostituzione, parti del corpo intime. A Mina fu censurato "le tue mani sulla mia" perché con quel "mia" chissà cosa poteva intendere il malizioso ascoltatore.
Ancora nel 1999 Elio e Le Storie Tese erano costretti a cantare "la visione della fibra da vicino" dove "fibra" sostituiva ovviamente qualcos'altro.
Fatta questa premessa, nel 2000 in Italia entrò in classifica una canzone degli Aqua che parlava, in modo neanche occulto, di un fiore chiamato Rose che chiedeva ad un ape maschio di saltarle dentro ed impollinarla, per poi fare "wham bam".
La domanda è: nel nuovo millennio la censura italiana ha deciso di modernizzarsi, o semplicemente non capiamo un cazzo di inglese?
Bumble Bees è contenuta nel secondo album degli Aqua, che vendette meno del primo (dove c'era Barbie Girl) e li portò allo scioglimento, non prima di un'indimenticabile esibizione al Festivalbar 2000, in cui cantavano Around The World tirando l'acqua al pubblico.

Piotta - Eurocontenti (Eurocontanti) (2001)

Cosa c'è di più irresistibile di Er Piotta che fa una canzone sull'euro? Forse Max Pezzali che fa una canzone sulla droga (cercate Cumuli).
Già, questo sconosciuto chiamato euro. Vi ricordate i primi due mesi del 2002 quando si poteva pagare sia in lire che in euro? O le schede telefoniche che mostravano i prezzi in euro dei souvenir tipici di ogni paese?
Beh questo pezzo, in cui Piotta gioca anche sull'analogia tra il suo nome d'arte e il suo significato ("centesimo") può rientrare assolutamente nel periodo revival pre-euro a cui non possiamo che guardare con tenerezza.
Era anche la traccia di chiusura di Euro Dance 5, remixata in una versione vagamente funky-uptempo, che non ho mai più sentito né trovato fuori da quella compilation.

Duran Duran - Someone Else Not Me (2000)

Una canzone dei Duran Duran che ricorda gli Air e la vaporwave? Non solo è successo, ma l'Italia è l'unico paese al mondo ad avere avuto questa canzone in top 30.
Sì, perché Someone Else Not Me doveva trainare quello che poi si è rivelato l'album più controverso e meno riuscito di tutta la loro carriera: Pop Trash. Che nello stivale ha avuto un pochino più seguito, grazie anche alla loro presenza a Festivalbar.
Adesso che i primi successi dei Duran Duran stanno per compiere 40 anni è il caso di dirlo: questi ragazzi hanno dimostrato più volte, come successo di pubblico e non, di essere una spanna sopra gli Spandau Ballet, i Culture Club e tutte le altre boyband a cui venivano sempre accomunati negli anni 80. Sono tornati più volte in cima alle classifiche mondiali e di sicuro non tutti i gruppi per adolescenti ne possono essere capaci.
Anche prima dell'uscita di Sunrise, che nel 2004 li avrebbe portati nuovamente sul tetto del mondo, hanno dimostrato di sapersi mettere in gioco, e ciò non significa sempre fare centro. Insomma, di Pop Trash apprezziamo l'idea.
Curiosità: anche i Simply Red, altro gruppo anni 80, riottennero fama in quegli anni grazie a una canzone chiamata sempre Sunrise. Pavarotti non è l'unico che all'alba vincerà. 

Télépopmusik - Breathe (2002)

Con i francesi è guerra su tutto, dall'arte all'igiene intima. Ma c'è una cosa in cui decisamente ci superano: la musica elettronica (forse è più corretto dire che ci siamo fatti superare, ma questa è un'altra storia). Nel senso che ogni tanto i cugini transalpini ti tirano fuori una figata che funziona, anche commercialmente. Senza andare troppo a ritroso: Kavinsky, M83, Madeon. Ne vogliamo parlare?
Breathe è un pezzo super riflessivo e meditativo, che trasmette pace dei sensi. Venne usato anche per una pubblicità della Mitsubishi l'anno dopo.
È stato l'unico successo commerciale della band, ma probabilmente loro erano i primi a volersi dileguare dal mainstream, e basta ascoltare entrambi i loro sofisticati album per accorgersene.
Ah, Télépopmusik è uno dei nomi di band più fighi che si ricordino.

Sérgio Mendes feat. will.i.am & Siedah Garrett - Funky Bahia (2008)

Un po' di Brasile nella tua estate. Musica che rimanda a lungomare, cocktail ghiacciato e caldo che si scaraventa sulla pelle.
Nel periodo di transizione tra secondo e terzo album, i Black Eyed Peas lavorarono più volte con Sergio Mendes, autentico monumento della musica brasileira. Mas Que Nada ora la conosciamo anche noi nuove generazioni, e non ce la leviamo dalla testa.
Funky Bahia nell'estate 2008 si sentiva discretamente. È strano che nessun giornalista abbia mai inventato il termine "tormentino", per indicare i tormentoni di minore entità (oddio, ho appena dato strane idee a qualcuno), perché quel "layalayalay ooo" si assorbiva e rimaneva in testa il giusto. Non stancava.
Piccolo zoom storico: nella seconda metà degli anni 2000 non ci sono stati veri e propri tormentoni estivi come nella prima metà (Aserejé strumento del demonio), a causa del pop che divenne un pelo più sofisticato e al calo di popolarità della musica latina in lingua spagnola.
Niente panico, oggi è di nuovo un'epoca d'oro per i tormentoni. Canzoni pop ispaniche come Despacito sono tornate a dire la loro, senza che peraltro nessuno le avesse interpellate.

Hanson - If Only (2000)

Che ne dite di pescare a piene mani nel calderone delle boyband di inizio millennio? Non volete? E invece lo facciamo.
Backstreet Boys, Westlife, 5ive, N'Sync (che fecero anche una comparsa nei Simpson, pronunciando la leggendaria frase "ora dobbiamo andare. I nostri vestiti stanno passando di moda").
Mi soffermo però sugli Hanson, che se parliamo di decenni sono probabilmente più associati agli anni 90 che ai 2000. Ma quell'estate uscì If Only, che chiarì tutti i dubbi sul sesso delle persone che cantavano (spoiler: maschi) dopo che per tutto il decennio precedente si erano esibiti in falsetto. In Italia il pezzo fu scelto come canzone di sottofondo per la pubblicità dell'imminente Festivalbar.
Piccola curiosità che voglio condividere con voi: era il periodo in cui i Pokemon avevano fatto il boom in Italia. Quando gli Hanson nel ritornello cantavano "cause I need you" con il loro accento del sud degli Stati Uniti, io credevo dicessero "Charmeleon".

Frou Frou - It's Good To Be In Love (2003) 

4 minuti e mezzo di downtempo e voce soave, che ti fa dimenticare qualsiasi cosa brutta ci sia nel mondo. Poi però te la piazzano anche nella pubblicità di un gelato, e allora capisci quanto può essere difficile creare un pezzo da radio ben fatto, di quelli che vanno bene in ogni occasione.
I Frou Frou non sono durati molto (con questo nome, singolarmente sono super attivi), ma hanno avuto il tempo di sfornare un album e quattro singoli, uno meglio dell'altro.
Vi sconsiglio di dedicarla alla persona che amate: metti che poi la vostra relazione vada in crisi ed iniziate ad associare ricordi spiacevoli ad un pezzo così.

Junior Senior - Move Your Feet (2003)

Tra le colonne sonore dell'estate 2003 è facile ricordare questo gruppo di mattacchioni direttamente dalla Danimarca (nazione che già ci aveva abituati qualche anno prima a cose adorabili come i Cartoons e Dj Aligator).
Move Your Feet è un pezzo davvero trascinante, troppo pop per essere dance e troppo dance per essere pop. In Italia forse è raro ricordarlo come un tormentone da discoteca: era il periodo d'oro dell'italodance e si era appena affacciato sulla scena un certo Benny Benassi.
In ogni caso, noi ancora troppo giovani per fare le ore piccole nei club siamo stati contenti quando in autunno ci siamo ritrovati questa canzone nel film Looney Tunes: Back In Action.
La parte del pezzo in cui il ragazzo canta "d-d-don't stop the beat" ha dato il nome all'album. Scritto proprio così, che credevate.

Felix Da Housecat - Silver Screen (Shower Scene) (2001)

Questo trionfo di bassi che riprende un vecchio pezzo anni 80 sarebbe la club track dell'anno in molti paesi del mondo, ma in Italia ha dovuto fare i conti con l'italodance come molte altre canzoni estere. All'epoca avevamo una scena nazionale ben definita, e al remix di Un Giorno Credi di Gigi D'Agostino non ci rinunciavamo.
Felix Da Housecat viene da Chicago ed appartiene alla seconda ondata della musica house. I suoi brani abbondano di cassa potente e sonorità d'atmosfera, ma quando vuole sa creare anche notevoli intrecci soul e synthpop.
Silver Screen è considerato uno dei suoi pezzi più pop-friendly. Se quindi non vi piace lasciate perdere, ed optate per canzoni più tranquille come l'ottantiana Ready 2 Wear. Se invece vi piace buttatevi su In The Dark We Live, pubblicata da Felix nel 1995 con lo pseudonimo Aphrohead. Non mi assumo responsabilità per casse scoppiate.

Alexia - Ti Amo Ti Amo (2000) 

Ragazzi, non ce la faccio. È più forte di me.
Questa canzone non la riesco ad odiare. E dire che sul pop italiano sono sempre scettico e selettivo.
Il fatto è che pezzi come questo mi ricordano la beata infanzia, le scuole elementari, i centri estivi e il mare. E se mi sforzo sento ancora il retrogusto delle gomme alla fragola che ti regalavano con le figurine dei calciatori.
Un po' di storia: Alexia era reduce dall'eurodance anni 90, che l'aveva fatta entrare in classifica in tutto l'occidente, e dal sodalizio con la casa discografica DWA (fautrice del successo di classici come The Rhythm Of The Night di Corona). Ti Amo Ti Amo è stata l'ultima canzone pubblicata con la DWA. Successivamente, l'artista ligure inizierà a fare canzoni più pop e a cantare in italiano, vincendo Sanremo neanche tre anni dopo. Di quel periodo probabilmente vi ricordate anche Money Honey, altrettanto appiccicosa. Come le gomme alla fragola, in effetti.

Paola e Chiara - Blu (2004)

L'esame di quinta elementare. Un trauma infantile che le leve post 1993 non conosceranno mai.
Dover sentire parlare di bocciatura a 10 anni sembrava già assurdo all'epoca, per come vanno le cose oggi nelle scuole rasenterebbe il crimine di guerra.
Immaginatevi la scena: la mattina prima dell'esame a giugno. Le temperature sono ormai alte, la luce e il caldo pre-estivo imperversano dall'ora di colazione. Nelle case, nelle auto, nei bar, le radio già trasmettono quelle che saranno le canzoni di successo dell'estate.
E subito capisci quanto è ingiusta la vita: c'è gente che è diventata famosa scrivendo robe del tipo: "qui ogni cosa è possibile / muovi i fianchi e poi gira in tondo / pensa che è più semplice / fa' un sorriso dai yeah yeah" mentre tu devi sbatterti per scrivere un tema di italiano appena appena decente, se non vuoi rischiare di essere sgridato e ripetere l'anno. 

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